Questa storia comincia, come ogni altra storia, con un omicidio, un facchino alienato, un gatto nero, un bellissimo corgi e morsi di squalo martello sul soffitto di una stanza d'hotel.
Benvenuti folli Autostoppisti! Oggi parleremo della prima stagione di Dirk Gently's holistic detective agency: la serie è uscita nel 2016 ed è tratta dalle cronache dell'omonimo detective creato da Douglas Adams. L'ideatore della serie è Max Landis, che ha lavorato anche a titoli come: American Ultra, Bright e altri. Non un curriculum che fa gridare al miracolo ma, se mi seguirete, scoprirete un mondo che ha davvero dell'incredibile.
Andiamo con ordine.
La serie narra di un uomo di nome Todd Brotzmann (Elijah Wood) che, in una giornata che si preannuncia molto diversa dalle altre, si trova al seguito di Dirk Gently (Samuel Barnett), un investigatore inglese dai metodi decisamente discutibili; coinvolto nell'omicidio di un milionario che, a quanto sostiene Dirk, lo avrebbe assunto per indagare sulla propria morte prima ancora che questa accadesse.
La trama è intrigante come poche riescono ad essere. Ho resistito alla tentazione di guardarla tutta in un giorno e sono andato avanti fantasticando su ciò che sarebbe successo. La scrittura è ottima e si sente come i dialoghi siano spesso ispirati al modo di contorto di esprimersi di Douglas Adams, lo spettatore finisce per perdersi in un labirinto di sensi e controsensi, di deduzioni logiche e di conseguenze che nel mondo reale sarebbero relegate alla mente di un pazzo (il mio consiglio spassionato è di guardarlo dopo aver letto il capolavoro "Guida galattica per autostoppisti"). Questo modo di narrare porta lo spettatore a cambiare il proprio punto di vista e a guardare il mondo da una prospettiva nuova e interessante, che apre gli avvenimenti a nuove interpretazioni. Questo perchè l'intera serie gira intorno all'idea che l'universo ha sempre un piano per ciascuno, solo che le persone comuni vivono senza accorgersene. Ci sono però alcuni che, volonariamente o meno, riescono a percepire il fluire dell'universo, che li porta a ficcarsi in situazioni che hanno sempre un significato.
Uno di questi è Dirk Gently, che sfrutta questa sua abilità per incappare in prove riguardanti il caso che sta seguendo.
Questa scelta è un escamotage molto interessante, dato che permette allo sceneggiatore di giustificare, quasi, qualsiasi cosa gli passi per la mente. Questo si riflette nella serie in quanto accadono cose senza senso che, in un altro sceneggiato sarebbero state clamorosamente fuori luogo, ma in questo caso sono perfettamente in linea con la filosofia della narrazione.
E' anche interessante notare come certe scene siano spesso parallelizzate, cioè vengano recitate le stesse battute da personaggi diversi in luoghi diversi, il che rinforza il feeling di connessione tra le parti in gioco.
I personaggi non sono male. Gli attori sono scelti con cura per le parti, quelli che mi hanno colpito di più sono: Todd Brotzmann, Dirk Gently, Sergent Hugo Friedkin (interpretato da Dustin Milligan, perfetto per fare il soldato un po'scemo) e Detective Estevez (Neil Brown Jr.). Gli altri personaggi mi sono piaciuti un po' di meno perchè sono stati più che altro di sfondo o sono stati introdotti per fare una sola cosa rilevante in tutta la serie (come il personaggio di Bart).
E' interessante anche come, finalmente, ci sia un personaggio che è effettivamente malvagio senza motivo; questo modo di proporre l'antagonista si oppone a quello che vediamo di solito negli sceneggiati, in cui esso viene spesso umanizzato per tirare fuori un lato "da compatire" e da simpatizzare che porta lo spettatore a pensare "quello potrei essere io". Evito di fare nomi o di andare troppo nel dettaglio per non rovinare sorprese a nessuno, no need to thank me.
Diciamo che in questa serie si perde un po' il messaggio e l'obiettivo pedagogico. Ma visto e considerato che l'intera sceneggiatura si basa sull'idea che la vita non è priva di significato e che qualunque cosa tu faccia l'universo ti porterà sempre da qualche parte (che sia a capo di una nazione o che sia in una bara alla tenera età di venticinque anni), direi che non mi posso lamentare.
La prima stagione dura solo 8 episodi da circa 40 minuti, le tempistiche sono adeguate a quasi tutte le situazioni (sebbene avrebbero potuto tagliare corto su certe scene), il finale non è un vero e proprio finale dato che, per quello che ho visto fino ad ora, la serie era stata pensata in due stagioni.
Quindi, per concludere, Dirk Gently è decisamente un sì per me. Bello, curato, decisamente folle e vi strapperà qualche risata di quando in quando esponendovi a delle situazioni che probabilmente non prenderebbero vita nemmeno nelle vostre fantasie più assurde
Benvenuti folli Autostoppisti! Oggi parleremo della prima stagione di Dirk Gently's holistic detective agency: la serie è uscita nel 2016 ed è tratta dalle cronache dell'omonimo detective creato da Douglas Adams. L'ideatore della serie è Max Landis, che ha lavorato anche a titoli come: American Ultra, Bright e altri. Non un curriculum che fa gridare al miracolo ma, se mi seguirete, scoprirete un mondo che ha davvero dell'incredibile.
Andiamo con ordine.
La serie narra di un uomo di nome Todd Brotzmann (Elijah Wood) che, in una giornata che si preannuncia molto diversa dalle altre, si trova al seguito di Dirk Gently (Samuel Barnett), un investigatore inglese dai metodi decisamente discutibili; coinvolto nell'omicidio di un milionario che, a quanto sostiene Dirk, lo avrebbe assunto per indagare sulla propria morte prima ancora che questa accadesse.
La trama è intrigante come poche riescono ad essere. Ho resistito alla tentazione di guardarla tutta in un giorno e sono andato avanti fantasticando su ciò che sarebbe successo. La scrittura è ottima e si sente come i dialoghi siano spesso ispirati al modo di contorto di esprimersi di Douglas Adams, lo spettatore finisce per perdersi in un labirinto di sensi e controsensi, di deduzioni logiche e di conseguenze che nel mondo reale sarebbero relegate alla mente di un pazzo (il mio consiglio spassionato è di guardarlo dopo aver letto il capolavoro "Guida galattica per autostoppisti"). Questo modo di narrare porta lo spettatore a cambiare il proprio punto di vista e a guardare il mondo da una prospettiva nuova e interessante, che apre gli avvenimenti a nuove interpretazioni. Questo perchè l'intera serie gira intorno all'idea che l'universo ha sempre un piano per ciascuno, solo che le persone comuni vivono senza accorgersene. Ci sono però alcuni che, volonariamente o meno, riescono a percepire il fluire dell'universo, che li porta a ficcarsi in situazioni che hanno sempre un significato.
Uno di questi è Dirk Gently, che sfrutta questa sua abilità per incappare in prove riguardanti il caso che sta seguendo.
Questa scelta è un escamotage molto interessante, dato che permette allo sceneggiatore di giustificare, quasi, qualsiasi cosa gli passi per la mente. Questo si riflette nella serie in quanto accadono cose senza senso che, in un altro sceneggiato sarebbero state clamorosamente fuori luogo, ma in questo caso sono perfettamente in linea con la filosofia della narrazione.
E' anche interessante notare come certe scene siano spesso parallelizzate, cioè vengano recitate le stesse battute da personaggi diversi in luoghi diversi, il che rinforza il feeling di connessione tra le parti in gioco.
E' interessante anche come, finalmente, ci sia un personaggio che è effettivamente malvagio senza motivo; questo modo di proporre l'antagonista si oppone a quello che vediamo di solito negli sceneggiati, in cui esso viene spesso umanizzato per tirare fuori un lato "da compatire" e da simpatizzare che porta lo spettatore a pensare "quello potrei essere io". Evito di fare nomi o di andare troppo nel dettaglio per non rovinare sorprese a nessuno, no need to thank me.
Diciamo che in questa serie si perde un po' il messaggio e l'obiettivo pedagogico. Ma visto e considerato che l'intera sceneggiatura si basa sull'idea che la vita non è priva di significato e che qualunque cosa tu faccia l'universo ti porterà sempre da qualche parte (che sia a capo di una nazione o che sia in una bara alla tenera età di venticinque anni), direi che non mi posso lamentare.
Quindi, per concludere, Dirk Gently è decisamente un sì per me. Bello, curato, decisamente folle e vi strapperà qualche risata di quando in quando esponendovi a delle situazioni che probabilmente non prenderebbero vita nemmeno nelle vostre fantasie più assurde
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