Non ho mai parlato di Silicon Valley qui, è una serie che io e mia sorella seguiamo da quando l'abbiamo scoperta su Sky On Demand, Il primo episodio è uscito nel 2014 e quella che considereremo oggi è l'ultima stagione. Gli spoiler saranno indicati dallo stile corsivo, beware if you want to watch the series!
La serie parla di una banda di programmatori che cercano di farsi strada nella Silicon Valley portando avanti un progetto rivoluzionario. La sesta stagione ruota intorno all'idea di Pipernet, una rete decentralizzata che spodesti i potenti dell'internet quali: Google, Amazon, Facebook, etc... La lista potete anche continuarla voi.
Com'è stata quest'ultima stagione rispetto alle altre? Abbastanza mediocre, anche considerando i punti in più che prende per il semplice fatto che HBO ha avuto la maturità di capire che era decisamente ora di lasciare la serie andare. Un'altra cosa che va premiata è il fatto che la scrittura in alcuni punti sia in grado di far credere ai non esperti del settore, come me (almeno non totalmente), che i personaggi sappiano di cosa si stia parlando (se poi in realtà tutto quello che dicono è sensato allora ciò dimostra che c'è del lavoro dietro a tutta questa assurda messa in scena). Ciò che rende, passatemi il termine, la loro "implementazione" migliore delle altre è il fatto che abbiano puntato molto sul realismo delle ambientazioni, niente luci stroboscopiche e grafiche che sembrano uscite direttamente dagli anni '80, ma sedie Maingear, Imac pro ovunque e qualche Workstation Maingear (che li ha ovviamente sponsorizzati) completamente raffreddata a liquido e piena di rgb. Questa è l'idea di Silicon Valley che il regista ha deciso di dare.
I personaggi sono sempre gli stessi, in tutti i sensi, sono passati sei anni dall'inizio della loro avventura e non sono cambiati di una virgola, non solo fisicamente, ma anche nei modi di fare e nel modo in cui intrecciano relazioni con gli altri. L'idea di cambiamento degli sceneggiatori è inserire nella narrazione dei periodi durante i quali i personaggi decidono di fare qualcosa di sconsiderato (ma non out of character) che cambia completamente il modo in cui sono visti dallo spettatore, il cambiamento non è però così duraturo in quanto, nel giro di pochi episodi, si torna alla normalità. Come quando Jared decide di lasciare Pied Piper per seguire una giovane programmatrice di nome Guarth che poi lo scarica permettendogli di tornare prima che si arrivi a metà stagione (che per di più è davvero corta, solo 7 episodi).
Anche la narrazione segue sempre lo stesso schema. Questo susseguirsi di momenti favorevoli e momenti di merda è diventato ripetitivo e noioso e se non ci fossero i dialoghi a sfondo demenziale che le danno un po' di brio credo che avrei smesso di guardarla con l'episodio 2.
In questa stagione vediamo comparire un bel po' di nuovi personaggi che sono, in realtà, assolutamente inutili e che danno quel poco di contesto sul quale la serie si regge in piedi, come i genitori e i fratellastri di Jared o il miliardario peruviano di cui, sebbene abbia dato inizio all'intera vicenda, non ricordo assolutamente il nome; dato che dopo i primi episodi si capisce subito come anche lui fosse solamente un elemento di disturbo. Lo stesso si può dire dei personaggi vecchi che ritornano, come Laurie Bream, fatta eccezione del mitico Russ Hanneman.
La narrazione è, come al solito, è dettagliata dal punto di vista tecnologico ed economico, si tiene in conto di tutti i grandi imprenditori della Valley che vengono nominati spesso e volentieri, c'è pure Bill Gates che fa da comparsa, ma povera sotto tutti gli altri punti di vista. I dialoghi e le situazioni sono spesso deliranti, discorsi a senso unico che non portano da nessuna parte il cui obiettivo è rendere il momento cringe e strappare una risata allo spettatore.
La progressione degli eventi è assurda dato che la società di Richard riesce sempre a salvarsi per il rotto della cuffia e in maniera veramente incredibile. Ad un certo punto l'intera compagnia viene salvata solo perchè il CEO di un competitor mangia il cavolo cotto di una sua impiegata. Cosa? Ne siamo veramente sicuri?
Piccolo inciso, complimenti a Thomas Middleditch che interpreta Richard Hendricks, sarebbe stato difficile rendere il personaggio più maldestro e stereotripato di così. Per quel che riguarda gli altri personaggi/attori ho amato il duo Gilfoyle (interpretato da Martin Starr), Dinesh (interpretato da Kumail Nanjiani) e il mitico segretario di Richard, Jared Dan, probabilmente uno dei personaggi più divertente della serie, soprattutto se consideriamo le prime stagioni (il personaggio è interpretato da Zach Woods).
Forse la cosa più intelligente che HBO ha deciso di fare con la serie è stata quella di chiuderla, anche se il finale è abbastanza discutibile: Dopo che tutte le controversie si sono risolte Richard riesce a chiudere un contratto miliardario con uno degli ISP più importanti d'America per attivare la sua rete decentralizzata. Gilfoyle si accorge all'ultimo che la rete, che è stata implementata con l'intelligenza artificiale, sta buttando giù tutti i sistemi di cripting implementati nella rete stessa (per qualche motivo non del tutto chiaro), per potersi ottimizzare al massimo. Quindi Richard e il gruppo decidono di chiudere definitivamente la compagnia per prevenire che l'intelligenza artificiale arrivi a decriptare tutti i più potenti sistemi di cripting, cosa che metterebbe effettivamente in pericolo la sicurezza dei potenziali clienti e snaturerebbe la compagnia stessa.
Forse il finale in sè non è esattamente il massimo ma ho apprezzato il fatto che HBO ha (come ho già detto più volte fino ad ora) capito che forse è meglio finirla.
Conclusione: Se non sapete cos'altro guardare (e avete già visto The Witcher su Netflix) piuttosto che annoiarvi guardatevela dall'inizio; le prime stagioni sono godibili ma più si va avanti più è facile riconoscere il pattern, sebbene vengano inseriti nuovi personaggi per indirizzare l'attenzione dello spettatore da un'altra parte.
La sesta stagione non c'è proprio, sebbene alcune situazioni facciano ridere, mette più noia che altro, i personaggi agiscono come se fossero messi su rotaie e il modo in cui la stagione si evolve è ai limiti del sensato. Un peccato.
La serie parla di una banda di programmatori che cercano di farsi strada nella Silicon Valley portando avanti un progetto rivoluzionario. La sesta stagione ruota intorno all'idea di Pipernet, una rete decentralizzata che spodesti i potenti dell'internet quali: Google, Amazon, Facebook, etc... La lista potete anche continuarla voi.
Com'è stata quest'ultima stagione rispetto alle altre? Abbastanza mediocre, anche considerando i punti in più che prende per il semplice fatto che HBO ha avuto la maturità di capire che era decisamente ora di lasciare la serie andare. Un'altra cosa che va premiata è il fatto che la scrittura in alcuni punti sia in grado di far credere ai non esperti del settore, come me (almeno non totalmente), che i personaggi sappiano di cosa si stia parlando (se poi in realtà tutto quello che dicono è sensato allora ciò dimostra che c'è del lavoro dietro a tutta questa assurda messa in scena). Ciò che rende, passatemi il termine, la loro "implementazione" migliore delle altre è il fatto che abbiano puntato molto sul realismo delle ambientazioni, niente luci stroboscopiche e grafiche che sembrano uscite direttamente dagli anni '80, ma sedie Maingear, Imac pro ovunque e qualche Workstation Maingear (che li ha ovviamente sponsorizzati) completamente raffreddata a liquido e piena di rgb. Questa è l'idea di Silicon Valley che il regista ha deciso di dare.
I personaggi sono sempre gli stessi, in tutti i sensi, sono passati sei anni dall'inizio della loro avventura e non sono cambiati di una virgola, non solo fisicamente, ma anche nei modi di fare e nel modo in cui intrecciano relazioni con gli altri. L'idea di cambiamento degli sceneggiatori è inserire nella narrazione dei periodi durante i quali i personaggi decidono di fare qualcosa di sconsiderato (ma non out of character) che cambia completamente il modo in cui sono visti dallo spettatore, il cambiamento non è però così duraturo in quanto, nel giro di pochi episodi, si torna alla normalità. Come quando Jared decide di lasciare Pied Piper per seguire una giovane programmatrice di nome Guarth che poi lo scarica permettendogli di tornare prima che si arrivi a metà stagione (che per di più è davvero corta, solo 7 episodi).
Anche la narrazione segue sempre lo stesso schema. Questo susseguirsi di momenti favorevoli e momenti di merda è diventato ripetitivo e noioso e se non ci fossero i dialoghi a sfondo demenziale che le danno un po' di brio credo che avrei smesso di guardarla con l'episodio 2.
In questa stagione vediamo comparire un bel po' di nuovi personaggi che sono, in realtà, assolutamente inutili e che danno quel poco di contesto sul quale la serie si regge in piedi, come i genitori e i fratellastri di Jared o il miliardario peruviano di cui, sebbene abbia dato inizio all'intera vicenda, non ricordo assolutamente il nome; dato che dopo i primi episodi si capisce subito come anche lui fosse solamente un elemento di disturbo. Lo stesso si può dire dei personaggi vecchi che ritornano, come Laurie Bream, fatta eccezione del mitico Russ Hanneman.
La narrazione è, come al solito, è dettagliata dal punto di vista tecnologico ed economico, si tiene in conto di tutti i grandi imprenditori della Valley che vengono nominati spesso e volentieri, c'è pure Bill Gates che fa da comparsa, ma povera sotto tutti gli altri punti di vista. I dialoghi e le situazioni sono spesso deliranti, discorsi a senso unico che non portano da nessuna parte il cui obiettivo è rendere il momento cringe e strappare una risata allo spettatore.
La progressione degli eventi è assurda dato che la società di Richard riesce sempre a salvarsi per il rotto della cuffia e in maniera veramente incredibile. Ad un certo punto l'intera compagnia viene salvata solo perchè il CEO di un competitor mangia il cavolo cotto di una sua impiegata. Cosa? Ne siamo veramente sicuri?
Piccolo inciso, complimenti a Thomas Middleditch che interpreta Richard Hendricks, sarebbe stato difficile rendere il personaggio più maldestro e stereotripato di così. Per quel che riguarda gli altri personaggi/attori ho amato il duo Gilfoyle (interpretato da Martin Starr), Dinesh (interpretato da Kumail Nanjiani) e il mitico segretario di Richard, Jared Dan, probabilmente uno dei personaggi più divertente della serie, soprattutto se consideriamo le prime stagioni (il personaggio è interpretato da Zach Woods).
Forse la cosa più intelligente che HBO ha deciso di fare con la serie è stata quella di chiuderla, anche se il finale è abbastanza discutibile: Dopo che tutte le controversie si sono risolte Richard riesce a chiudere un contratto miliardario con uno degli ISP più importanti d'America per attivare la sua rete decentralizzata. Gilfoyle si accorge all'ultimo che la rete, che è stata implementata con l'intelligenza artificiale, sta buttando giù tutti i sistemi di cripting implementati nella rete stessa (per qualche motivo non del tutto chiaro), per potersi ottimizzare al massimo. Quindi Richard e il gruppo decidono di chiudere definitivamente la compagnia per prevenire che l'intelligenza artificiale arrivi a decriptare tutti i più potenti sistemi di cripting, cosa che metterebbe effettivamente in pericolo la sicurezza dei potenziali clienti e snaturerebbe la compagnia stessa.
Forse il finale in sè non è esattamente il massimo ma ho apprezzato il fatto che HBO ha (come ho già detto più volte fino ad ora) capito che forse è meglio finirla.
Conclusione: Se non sapete cos'altro guardare (e avete già visto The Witcher su Netflix) piuttosto che annoiarvi guardatevela dall'inizio; le prime stagioni sono godibili ma più si va avanti più è facile riconoscere il pattern, sebbene vengano inseriti nuovi personaggi per indirizzare l'attenzione dello spettatore da un'altra parte.
La sesta stagione non c'è proprio, sebbene alcune situazioni facciano ridere, mette più noia che altro, i personaggi agiscono come se fossero messi su rotaie e il modo in cui la stagione si evolve è ai limiti del sensato. Un peccato.
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